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Cercasi talenti disperatamente

27 Gen

Quest’anno da Amici di Maria De Filippi non uscirà nessun mostro di vendite e neppure un talento imperdibile.  I protagonisti del talent sembrano destinatati a seguire il triste destino dei concorrenti della quarta edizione di XF che ha visto trionfare Nathalie Giannitrapani una buonissima cantaurice ma che con il suo ep d’esordio è rimasta lontana anni luce dai risultati di Giusy Ferreri, Marco Mengoni e Noemi.  Nell’imponderabilità degli eventi questa rappresenta una piccola certezza. Cantanti privi di alcuna personalità, con voci banali, talvolta stonati, privi di carisma.

L’unica che rappresentava una novità, ma non dal punto di vista canoro, è Diana Del Bufalo provvista di uno strepitoso senso dell’umorismo e di una buonissima presenza scenica ma che è stato necessario sacrificare per necessità autoriali. Gli altri sono dei cantanti davvero leggerini, volatili direi, che non hanno le carte in regola per avere alcun appeal sul pubblico. Quella che poteva raccontare qualcosa di interessante, Annalisa, è stata mortificata dalle scelte della produzione che tutto ha fatto tranne metterla in risalto. Discutibilissime scelte artistiche che la hanno allontanta dal suo natuale humus vocale.

Virginio non ce l’ha fatta la prima volta in cui ha avuto la sua opportunità e non credo che sarà sufficiente la cura Maria per tirarlo su. Probabilmente vincerà l’edizione perchè, come dicevo in un post precedente, rappresenta perfettamente tutti i clichè della tv deflippiana: è emotivo, ha fallito una volta ma si è rialzato,  ha scritto una canzone strappalacrime per il babbo, ha rischiato di non arrivare al serale è ha dovuto faticare le proverbiali sette camice per arrivarci, il suo inedito -probabilmente il migliore- è frutto del lavoro dei Modà, ha la lacrima facile. Ma se andiamo a stringere il campo è un cantante come ce ne sentono tantissimi, non ha una vocalità né un timbro riconoscibili, non ha spiccate doti interpretative. Insomma, non spicca per nessuna particolare qualità. E’tristemente anonimo. Sarebbe il buonissimo antagonista del vincitore carismatico e talentuoso ma non rappresenta assolutamente il talento da battere.

Francesca detta Kekka è il tipico prodotto defilippiano utile per le dinamiche del reality ma lontano anni luce da una almeno decente qualità artistica.  Il classico personaggio fumantino, a tratti volgare, spesso sopra le righe che serve per mettere un pò di pepe nei pomeridiani (è di questi giorni l’infinita querelle tra lei e Virginio) che sono diventati strisce stanche e vuote. Rappresenta il classico stereotipo della rocker genio e sregolatezza senza alcun appeal però, senza mordente, senza forza espressiva e, soprattutto, senza voce. Aggiungiamo le sue difficoltà ad esprimersi e la sua mancanza di alcuna forma di consapevolezza. Una miracolata che in qualsiasi edizione precedente del programma avrebbe avuto difficoltà a superare la fase iniziale.

Antonella Lafor(tris)tezza è una bravissima esecutrice e un’ottima cantante da pianobar che non potrà avere nessuna collocazione nel mercato discografico. E’antica, la sua vocalità è piena di inutili arzigogoli, non ha nessuna capacità interpretativa e, soprattutto, non buca il video. Allieva di Jurman che quest’anno sembra aver perso quel fiuto che gli aveva consentito si scoprire Marco Carta, Alessandra Amoroso e Valerio Scanu, resta in gara per le esigenze del copione scritto sempre più grossolanamente dal fido Luca Zanforlin che, più passano gli anni, più si trasforma in un autore rozzo, pressappochista e autoreferenziale che vive di rendita godendo delle sue inquietanti invenzioni come quella del “vestitino” . Sarà un caso ma da quando Chicco Sfondrini ha abbandonato il programma, nel momento di massimo splendore, la trasmissione ha preso una prabola discendente certificata dai dati auditel e dallo scarso richiamo degli ultimi talentati usciti dal programma fatta salva Emma che, tuttavia, ha beneficiato di una promozione incredibile da parte della Universal.

Su Annalisa Scarrone ho difficoltà ad esprimere un giudizio. Certamente è l’unica che sembra avere dentro il sacro fuoco e le stimmati del talento ma è mortificata dalla produzione e anche dal suo padrino Rudy Zerbi che oltre all’ossessione per Jurman e ai siparetti con Diana sembra aver dato molto poco al programma ma, soprattutto, ad Annalisa. Giustizia artistica vorrebbe che fosse lei a vincere ma è troppo poco televisiva e non riesce a creare una sufficiente empatia con il pubblico nonostante i ripetuti tentativi di Maria di scuoterla mettendola al centro di possibili dinamiche. Niente, la ragazza non è proprio nel suo però e annaspa perdendo le certezze e la bellezza con cui era arrivata nel programma. Una luce che va spegnedosi con buona pace di chi ancora spera che Maria possa utilizzare un jolly per risollevare le sorti di un edizione davvero grigia. Tra l’altro, il duetto con la Amoroso -scelta folle- l’ha affossata ancora di più: canzone sbagliata, compagna sbagliata.  Forse solo con Marco Mengoni sarebbe riuscita a tirare fuori queli colori e quella palpabile delicatezza che rende alcune sue esibizioni delle piccole perle.

Insomma sei, sei e ancora sei. Un sei stiracchiato, annoiato, inutile, banale. Ma dove sono i talenti?

I talent dei talent salvano Maria dal ko tecnico alla terza ripresa

24 Gen

Ieri si è consumato con un discreto successo il tentativo estremo della Maria nazionale di salvare in corsa il suo adorato figlio da quello che appare agli occhi di molti un indecoroso viale del tramonto. Lo share, che l’aveva punita  nelle precedenti due puntate,  l’ha spinta a giocarsi il jolly e la partita, grazie a un portentoso dispiegamento dell’artiglieria pesante, è stata portata a casa. Infatti, i dati auditel di questa mattina non manderanno di traverso il caffè sorseggiato, insieme all’ennesima slim, dalla Maria santissima di nostra Televisione.

La terza puntata del talent di canale 5 è cresciuta negli ascolti ed è stata seguita fino alle 0:48, da 4.093.000 telespettatori, con uno share 19,52% (21,17% sul target commerciale e 27,29% sui 15-34). Insomma, il numero degli ascoltatori è cresciuto ma siamo ben lontanti dai risultati strepitosi ottenuti negli scorsi anni con picchi davvero notevoli nelle edizioni che hanno visto trionfare Marco Carta e Alessandra Amoroso.

Bella l’idea dei duetti che hanno ravvivato una classe di canto che, mai come quest’anno, è lontana da un livello accettabile ma assolutamente prossima alla canna del gas. Non so in quali sapienti mani siano stati messi i casting di questa edizione ma se ci fosse stata mia sorella insieme al suo gatto credo avrebbero avuto più fiuto nell’ annusare un talento. Restano in gara onesti gregari guidati da una che potrebbe regalare qualche sorpresa, la rossa Annalisa ma che, puntata dopo puntata , va regredendo immalinconita da un format che quest’anno sembra, soprattutto, interessato a scovare nani e donne barbute piuttosto che un talento da lanciare sul mercato discografico. Sono lontani anni luce le edizioni in cui gente come Alessandra Amoroso, Marco Carta, Karima Ammar, Giulia Ottonello, Valerio Scanu, Loredana Errore, Emma e Pierdavide Carone inchiodava davanto allo schermo un bel pezzo del pubblico televisivo.

Insomma, i duetti, se ce ne fosse stato bisogno, hanno dimostrato la distanza siderale che esiste tra il passato e il presente, tra il carisma e la personalità di gente che, sì è cresciuta dai tempi di Amici ma che già dentro il programma dava segni di indiscutibile talento e i tristini di oggi, quasi tutti spaventati e grigi (a parte la ridicola Kekka, convinta di essere la reincarnazione di Tina Turner invece di una figurina colorata di “piccoli fan”, a cui stanno facendo credere di essere un talento imperdibile quando in realtà è la sintesi perfetta del circo amiciano: la ragazzina cannone pronta a essere sacrificata, anzi lanciata, sull’altare del trash tv).

Alessandra Amoroso ha letteralmente surclassato la povera Annalisa Scarrone. Il duetto si è rivelato un boomerang perché ha messo in luce tutti i difetti della rossa a cui sembra mancare una forte personalità artistica e la capacità di scavare dentro le emozioni. Per carità, alcune sue esibizioni sono state da incorniciare ma ieri è parsa una delle bambine cantanti della Clerici alle prese con il proprio beniamino. La Amoroso in formissima ci ha regalato una performance super. Ricordo che durante la sua edizione di Amici si diceva che il suo successo dipendesse esclusivamente da quel pezzo. Ieri, ha dimostarto, se ce ne fosse stato bisogno che Immobile vive di luce splendente grazie al talento cristallino della cantante leccese.

I duetti (Calore, Cullami) tra Emma e Virginio sono un pò come lui: monotoni, manieristi, fondamentalmente noiosi e tristi. Tuttavia, io credo che Virginio vincerà il programma perché, in questo modo, verrebbero in un sol colpo esaltati tutti i clichè della tv defilippiana: un ragazzo buono che è stato ostacolato finanche dal suo insegnante, uno che ha avuto un’occasione e l’ha persa, uno che è andato via di casa per farcela e ha scritto una canzone strappalacrime al papà con cui non riesce a comunicare. Insomma, sarebbe il finale più degno per un’edizione davvero povera di entusiasmi.

Marco Mengoni è uno di quelli che nascono una volta ogni cento anni. Insieme alla Amoroso sono il salvagente del sistema talent e hanno acquistato un’identità e una credibilità che li porteranno molto avanti. Il suo pezzo è forte, è una gran ballad ben arrangiata che mette in luce la voce strepitosa del talento xfactoriano. Nonostante  dovesse misurarsi con una giovanotta che è effettivamente stonata ha condotto in porto la nave ma anche qui, come per Amoroso-Scarrone- è emerso in modo impressionante il divario tra un signor cantante (Maionchi dixit) e una dilettante allo sbaraglio.

Valerio Scanu e Antonella Lafortezza hanno offerto una decorosa performance da pianobar, di alto livello però (ehmm), che non ha aggiunto nulla a una canzone davvero infelice che andrebbe chiusa in qualche vecchio armadio per consentire al cantante della Maddalena di allontanarsi dallo spettro del suo più grande successo-insuccesso. Un consiglio alla Emi: fate qualcosa per il suo look e, soprattutto, smettete di produrre un cd ogni tre mesi frutto dell’accozzaglia di generi e pezzi diversi e, soprattutto, mediocri. Il ragazzo ne gioverebbe. Insomma un’idea bastrebbe ma che almeno fosse quella giusta.

Il duetto più gradevole della serata è stato quello tra Diana Del Bufalo e Marco Carta: un’amalgama davvero ben riuscita in cui l’ironia di Diana si è mischiata bene alla “gentilezza” vocale e al garbo di Marco Carta. Diana meritava di restare nel programma per la sua straordianria ironia, per l’intelligenza, per le sue doti artistiche ma è stata sacrificata per lasciare spazio a uno degli stereotipi più cari della tv defilippiana: il finto genio e sregolatezza. Cara Maria, non basta tirarsi su una cresta, buttare giù il cavaliere di Jurman e parlare con la telecamera per essere una rocker fuori dagli schemi. Francesca sembra piuttosto una povera ragazzina volgarotta e grossolana letteralmente buttata sul palco per soddisfare il desiderio voyueristico e sadico di Maria e Zanfo che sembra immedesimino questo loro becero isitinto con i desiderata del pubblico quando io credo che gran parte degli spettatori di Amici non ne possa più di questa marea nera di squallore e di mediocrità.

L’uscita di Platinette, anzi la svestita di Platinette, è stata un’inutile e imbarazzante caduta dalle nuvole. L’uscita di Diana, infatti, era prevista e prevedibile. In questo senso, le prossime ad abbandonarci saranno Antonella e Debora perchè ad Amici tutto è come sembra. La domanda ora è la seguente: che senso ha un talent dove le eliminazioni dovrebbero suscitare sorpresa e tensione e invece sono scritte da mesi su un copione che, purtuttavia, prevede lo sfinimento del povero spettatore costretto a muoversi faticomsamente tra vestitini e vestaglie della buonanotte?