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I primati della casa del GF: quando il maschio alfa in tv non funziona

25 Gen

Scorazzano liberi, ciondolanti tra una sedia e l’altra alla ricerca di qualche nocciolina da ingurgitare, di una femmina con cui accoppiarsi e di qualche compagno da spulciare: sono i primati scelti per abitare la casa del GF. Quest’anno la rete ammiraglia di Mediaset, dopo dieci edizioni di Grande Fratello, ha deciso di inaugurare un esperimento mai provato da nessun altra produzione: mischiare uomini e animali dentro la casa per vedere “l’effetto che fa”.

Beh che dire, l’ effetto è decisamente straniante ma, tuttavia, molto utile per comprendere le infinite articolazioni dei rapporti tra pari, anzi, tra dispari. Abbiamo avuto così la possibilità di vedere declinate tutte le meravigliose (siamo nel mondo della natura o no?) sfaccettature del maschio alfa nel suo supremo e instancabile tentativo di evolversi. Chi ricorda la scena iniziale di 2001 odissea nello spazio in cui la scimmia capisce finalmente l’utilità degli strumenti potrà capire di cosa stiamo parlando.

Ebbene, ieri, nell’ennesima puntata de “il meraviglioso mondo del GF”, abbiamo purtroppo avuto la prova che questi maschi alfa sono ancora un gradino sotto quei primati ma che cercano con affanno, ma tuttora senza grande successo, di evolvere nella scala della specie. Ieri sera nella casa del GF abbiamo assistito a una serie di allucinanti momenti trash tv come non se ne vedevano da anni tra quelle quattro mura. Tutte hanno avuto come protagonisti i suddetti maschi alfa alle prese, una volta, con il linguaggio, un’altra con i gesti, un’altra ancora con l’accoppiamento.

Davide, son solo io, Baroncini, Pietro Titone, Nando Colelli, Raoul la bestia, il fratello di Guendalina Tavassi, le due impalpabili new entry, Giuliano presunto gigolò. Un escalation di volgarità, aggressività, arroganza, stupidità e, a tratti, incapacità di articolare la benché minima frase di senso compiuto come se la lingua madre fosse l’hurdu. E ancora: due risse sfiorate, espressioni imbarazzanti, donne trattate come sparring partner in un delirante tentativo di farsi notare o, ancora più facilmente, come oggetti per soddisfare i bisogni primari. Fa sorridere, in questo senso, che uno dei concorrenti più normali e umani (nel senso di non subumano), Matteo, sia stato cacciato per una bestemmia  quando ogni giorno assistiamo a una terrificante esibizione di machismo e  bestialità di ritorno.

Credo che quest’anno il GF sia andato oltre la sua normale tendenza al borderline e al vuoto a pressione proponendoci una serie di personaggi ingestibili e francamente fastidiosi per qualsiasi tipo di spettatore tanto sono volgarmente basic. Lo scorso anno Mauro Marin rompendo il giochino del GF aveva creato una figura nuova e assolutamente credibile, fuori dagli schemi dettati dal grande capo ma non per questo volgare e violenta. Mauro Marin era semplicemente personale e credibile, vero e autentico. Tutto il contrario di quello che accade oggi: uomini indegni che fingono, cercando semplicemente di apparire, quello che non sono dando il peggio di loro in una rincorsa delirante alla presunta e parossistica verità (“io sono verooooooooo, e voi finti”) e alla suprema mascolinità (“io ti meno, non ho paura di nessuno”).

In questo spettacolo poco edificante emergono degli archetipi di una banalità sconcertante: il latin lover con il gilet e il foularino che si bea del suo successo con le donne, finto dandy incapace di relazionarsi con i loro disagi e le loro aspettative, squallidissimo inanellatore di avventure e squinzie. Il giovane virgulto che non ha paura di niente e nessuno, che tradisce per poi piangere, che aggredisce le donne scambiando legittime reazioni di scherno e piccoli nervosismi con voglie libidinose di maschi focosi, il gigolò che non rispetta nessuna donna e grida compulsivamente la sua specialità tra uomini vuoti e banali salvo poi mischiarsi grigiamente tra la folla infinita di ex gieffini in fila all’ufficio di collocamento, il fratello della concorrente che si mette faccia contro faccia e petto contro petto contro il giovane virgulto che ha messo un dubbio l’onore della sorella “buona solo per sco….” E per chiudere i due analfabeti di ritorno che forse non si piegano a questi atteggiamenti solo perché il sistema dell’istruzione pubblica italiano non li ha messi nelle condizioni di articolare anche solo una frase  comprensiva di soggetto predicato e complemento.

In mezzo a questa fauna selvatica ci sono le donne “raccoglitrici” reputate spesso solo oggetti di scena attraverso cui esibire questa presunta verità e questa forza primordiale. Fa sorridere il sorriso della Marcuzzi, che legittimando forse il concetto che suddetti primati hanno del gentil sesso, ride –leggera- del loro (suo?) riso.