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Maria De Filippi nell’iperspazio irraggiungibile del cult

27 Gen

Maria De Filippi è cult.  Maria De Filippi è un cult. Ieri si è prestata per ben due volte al gioco dell’intervista che per lei è quanto di peggio possa esserci. Sì perchè Maria De Filippi, per chi sa e vuole leggere i suoi gesti e il suo modo di fare la televisione, è una donna timida, riservata, spesso impacciata. E’una donna priva di “sovrastrutture pensate” che si racconta attraverso le sue creature televisive e che, nel tempo,  è diventata i suoi programmi in una sovrapposizione inconsueta e potente tra la vita privata e quella televisiva.

Quando Maria De Filippi viene intervistata, dunque, è sempre un evento.  Sarà che siamo abituati a vederla nelle vesti della super conduttrice, tra l’altro in Italia, nessuno prima di lei, aveva personalizzato la conduzione in questo modo: Maria e il suo gelato, Maria seduta sulle scalette o sul banchetto, Maria con il telecomando per tirare su il muro, Maria che si nasconde dietro al suo pudore, Maria che si imbarazza della sua commozione, Maria dietro il suo: “buon pomeriggio. Buon pomeriggio a tutti”.  Insomma, la De Filippi ha creato una ritualità di gesti e di locuzioni che ne fanno a tutti gli effetti la donna più importante della televisione italiana e la personificazione di un modo di andare in onda informale ed empatico che la rende una vera fuoriclasse del piccolo schermo e che, soprattutto, trasforma le sue piccole incursioni fuori dall’ambiente sicuro e aderente delle sue creature dei momenti assolutamente cult. Imperdibili. L’intevista di ieri a Kalispéra resterà negli annali della televisione come del resto accadde per la meravigliosa, per quanto fu autentica e “dritta”, chiacchierata con Bonolis al Senso della Vita.

Ho avuto modo di toccare con mano l’effetto quasi divinatorio che la De Filippi produce sul pubblico che diventa proprio per questa profonda carica empatica il suo pubblico. Una sorta di delirio collettivo al quale lei risponde con garbo e una buona dose di timidezza. Insomma, se Maria non ci fosse bisognerebbe inventarla e lo snobismo di alcuni nel descrivere i suoi programmi non tiene in considerazione la capacità  unica di raccontare la televisione nell’istante stesso in cui viene realizzata. Maria De Filippi ha inventato un modo nuovo di fare televisione oltre che una serie di format di grande successo che stiamo esportando (cosa rarissima per la televisione italiana sempre alla ricerca di prodotti da copiare). La sua è una televisione che diventa mentre scorre, che si trasforma, che non ha bisogno di essere pensata perchè prende forma e corpo nel momento stesso in cui viene realizzata. E’una televisione autentica che non cerca il consenso facile pur avendo come oggetto il (pop)olare più puro. La televisione di Maria De Filippi è vera e per questo spesso corre il rischio di essere debordante e autoreferenziale ma non si vergogna mai di esserlo.

Il twist ballato con Signorini rappresenta il compendio della perfezione televisiva perché crea un momento da gustare, da sentire, da ricordare. Una chicca nella noia, talvolta mortale, della nostra televisione. Maria De Filippi, inconsapevolmente, diventa evento attraverso la realizzazione di piccoli, leggeri gesti. E questo la rende un cult. Quando al termine del suo twist sexy e impacciato si nasconde dietro Signorini cercando un bacio che veli la sua vergogna si snoda tutto il senso della sua televisione. Maria de Filippi esce dai suoi programmi per diventare un cult. Per diventare grande. Per raccontare la sua storia. E raccontare le storie è la cosa che preferisce.

Il delirium tremens del berlusconismo in tv

25 Gen

Ieri su la 7 si è consumato il delirium tremens del berlusconismo in tv. Nulla di nuovo sotto il sole, per carità, però nelle parole e nei gesti scomposti del premier e della first lady televisiva “spiega un pò che è il bunga bunga” Daniela Santanchè “lo rivendico con orgoglio” c’è, se possibile, qualcosa di ancora più sinistro del solito. Certe cose si possono fare: la vita privata è privata quella pubblica è pubblica e non se ne può parlare. Tutto qui. Fine delle trasmissioni e tutti a vedere Kalispéra. Possibilmente in silenzio.

Berlusconi ha fatto la sua solita telefonata a senso unico, quella che potrebbe fare un nonno sordo che chiama il nipotino e lo riempie di parole, il problema è che dall’altra parte non c’è un bambino con la bolla al naso che aspetta la fine della telefonata dando un’occhiata al suo ipod. C’è la platea televisiva che, tra una Buby ridisegnata ad arte dal cicisbeo di corte Signorini come una novella Cenerentola e una Santanchè isterica che si alza appena sente una parola che non va, somigliando pericolosamente alla geniale caricatura che ne fa la Cortellesi, vorrebbe capire perché mai il premier dicendo queste testuali parole:

“Mi hanno chiamato invitandomi a sintonizzarmi sull’Infedele, sto vedendo una trasmissione disgustosa, una conduzione spregevole, turpe, ripugnante. Ho sentito delle tesi false, lontane dalla realtà, lontane dal vero, distorte, ho visto una rappresentazione della realtà all’incontrario del vero. Avete offeso aldilà del possibile la signora Nicole Minetti, che invece è una splendida persona intelligente, preparata, seria. Si è laureata con il massimo dei voti, 110 e lode, si è pagata gli studi lavorando, è di madrelingua inglese e svolge un importante e apprezzato lavoro con tutti gli ospiti internazionali della regione. Vale molto di più delle cosiddette signore presenti. Invito cordialmente l’onorevole Iva Zanicchi ad alzarsi e a venire via da questo incredibile postribolo televisivo.”

si riferisca a una ottima trasmissione che, guarda caso, non è ospitata nelle televisioni del premier o in quelle controllate sapientemente dai suoi uomini invece che al delizioso teatrino messo in piedi dai suoi lacché nelle sue serate libere. La domanda poi sorge spontanea: la Minetti deve aver fatto una fatica bestiale a studiare di giorno lavorando così alacremente la notte per pagarsi i suoi studi.

Del dito medio della Santanchè che dire: la classe non è acqua e lo rivendica con orgoglio. La questione è che purtroppo la nostra prode sottosegretario di stato all’attuazione del programma (quello del bunga bunga) si presenta in studio mentre il premier almeno si limita alla telefonata del nonnino. Lerner invece di suggerigli di andare dai giudici non poteva divulagre il numero di telefono di un buon geriatra?