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Tra (sh) Amici

31 Gen

Tra Amici si canta, qualche volta la sera, e spesso si stona. Tra Amici si ride sguaiatamente e ci si prende a parolacce. Tra Amici ci si ubriaca e si discute. Tra (sh) Amici è tutto questo soltanto in diretta tv davanti a milioni di spettattori. Ormai siamo arrivati alla frutta: gli Amici di Maria De Filippi si sono persi cercando di trovare la strada per uscire dal bosco delle supercazzole e degli antani e cadendo sempre più basso nella parodia di loro stessi.

Un tempo, almeno, tra vagonate di trash emergeva qualche talento davvero notevole che rendeva meno amara la pillola da ingoiare per i fedeli spettatori del talent di Canale 5. Ma dopo la desolante serata di ieri appare difficile trovare ancora qualcosa da salvare dentro il format targato Defi&Zanfo. I duetti di ieri, che dovevano essere l’ancora di salvataggio della serata, si sono rivelati un terrificante boomerang o anche una pesantissima palla al piede: imbarazzanti le performance del duo Bertè-Nicolì che riesce nell’ardua impresa di sembrare già la parodia di sè stessa e di quello Renga-Lafortezza che non becca una tonalità uguale all’altra nel vano tentativo di stare dietro al big di turno (complimenti a Renga per l’ennesima collusione coi talent che tanto disprezzava). Ma anche gli altri duetti non hanno offerto nessun picco ma anzi un vago sapore di malinconico pianobar nel caso di Vanoni-Virginio. Annalisa, la migliore della serata, anche in questo caso è scomparsa nel tentativo di inseguire Biondi ma almeno non è stata annichilita come la scorsa puntata.

Insomma, con i duetti abbiamo rischiato di veder naufragare quel che resta di Amici. Sembra a questo punto scontata la vittoria del più anonimo protagonista di dieci edizioni di Amici: Virgionio Simonelli a cui, per essere ulteriormente avvantaggiato nella corsa al televoto, è stata messa contro la più odiata del programma. Il modestissimo cantante, nel suo finto stupore e costruitissimo candore, s’è reso anche tremendamente antipatico. Insomma un terrificante vincitore annunciato. Peccato per Annalisa, invece, l’unica degna di nota, che è affogata nel trash indecoroso della trasmissione perdendo la brillantezza dell’inzio. Il ballo ha leggermente risollevato le sorti della serata ma, anche qui, niente di strepitoso da segnalare. Giulia, probabile vincitrice del circuito di danza,  assolutamente la migliore e la più credibile. Debora, invece, la prossima destinata ad uscire seguendo il pietoso e scontato canovaccio di eliminazioni messo su dalla produzione, non tiene più il passo degli altri ballerini. Restano in gara i due antagonisti Danny e Vito che, mingherlini come due Pollicini tra una masnada di giganti musoclosi e volgarmente oliati, sembrano i nanetti di un mondo alla riscossa. Sedate le polemiche tra Luciano Cannito e la Celentano grazie anche all’intervento di Elisabetta Terabust giunta in soccorso dell’onore della nipote del molleggiato, non resta che lasciarci cullare dalla noia infinita del solito teatrino che, ogni anno, si srotola senza alcuna novità o sorpresa riproponendo la solita dicotomia: la danza col cuore contro la danza con la tecnica. E a poco servono le  incursioni di Garofalo sempre più coinvolto nella parte dello zio porco dedito al bunga bunga.

Restano due cose da notare che, guarda caso, hanno aperto e chiuso il programma e che raccontano della debolezza sempre più manifesta del format. L’intervento di Diana Del Bufalo che diventarà la spalla della Gialappa’s nel nuovo Mai dire Amici e che segna la fine dell’autoreferenzialità del programma talmente debole da dover far ricorso all’ironia e alla vitalità del trio per ridare forza a protagonisti stanchi, spenti e mediocri. L’abbandono di un esausto Luca Jurman che, finalmente, dice basta al mobbing tv organizzato per soddisfare l’esigenza di ascolti e il piacere sadico di Luca Zanforlin nell’architettare liti e affronti da guardare, poi,  sogghignando come un ancor giovane mister Banks dietro il gelato offerto dalla padrona.

Cercasi talenti disperatamente

27 Gen

Quest’anno da Amici di Maria De Filippi non uscirà nessun mostro di vendite e neppure un talento imperdibile.  I protagonisti del talent sembrano destinatati a seguire il triste destino dei concorrenti della quarta edizione di XF che ha visto trionfare Nathalie Giannitrapani una buonissima cantaurice ma che con il suo ep d’esordio è rimasta lontana anni luce dai risultati di Giusy Ferreri, Marco Mengoni e Noemi.  Nell’imponderabilità degli eventi questa rappresenta una piccola certezza. Cantanti privi di alcuna personalità, con voci banali, talvolta stonati, privi di carisma.

L’unica che rappresentava una novità, ma non dal punto di vista canoro, è Diana Del Bufalo provvista di uno strepitoso senso dell’umorismo e di una buonissima presenza scenica ma che è stato necessario sacrificare per necessità autoriali. Gli altri sono dei cantanti davvero leggerini, volatili direi, che non hanno le carte in regola per avere alcun appeal sul pubblico. Quella che poteva raccontare qualcosa di interessante, Annalisa, è stata mortificata dalle scelte della produzione che tutto ha fatto tranne metterla in risalto. Discutibilissime scelte artistiche che la hanno allontanta dal suo natuale humus vocale.

Virginio non ce l’ha fatta la prima volta in cui ha avuto la sua opportunità e non credo che sarà sufficiente la cura Maria per tirarlo su. Probabilmente vincerà l’edizione perchè, come dicevo in un post precedente, rappresenta perfettamente tutti i clichè della tv deflippiana: è emotivo, ha fallito una volta ma si è rialzato,  ha scritto una canzone strappalacrime per il babbo, ha rischiato di non arrivare al serale è ha dovuto faticare le proverbiali sette camice per arrivarci, il suo inedito -probabilmente il migliore- è frutto del lavoro dei Modà, ha la lacrima facile. Ma se andiamo a stringere il campo è un cantante come ce ne sentono tantissimi, non ha una vocalità né un timbro riconoscibili, non ha spiccate doti interpretative. Insomma, non spicca per nessuna particolare qualità. E’tristemente anonimo. Sarebbe il buonissimo antagonista del vincitore carismatico e talentuoso ma non rappresenta assolutamente il talento da battere.

Francesca detta Kekka è il tipico prodotto defilippiano utile per le dinamiche del reality ma lontano anni luce da una almeno decente qualità artistica.  Il classico personaggio fumantino, a tratti volgare, spesso sopra le righe che serve per mettere un pò di pepe nei pomeridiani (è di questi giorni l’infinita querelle tra lei e Virginio) che sono diventati strisce stanche e vuote. Rappresenta il classico stereotipo della rocker genio e sregolatezza senza alcun appeal però, senza mordente, senza forza espressiva e, soprattutto, senza voce. Aggiungiamo le sue difficoltà ad esprimersi e la sua mancanza di alcuna forma di consapevolezza. Una miracolata che in qualsiasi edizione precedente del programma avrebbe avuto difficoltà a superare la fase iniziale.

Antonella Lafor(tris)tezza è una bravissima esecutrice e un’ottima cantante da pianobar che non potrà avere nessuna collocazione nel mercato discografico. E’antica, la sua vocalità è piena di inutili arzigogoli, non ha nessuna capacità interpretativa e, soprattutto, non buca il video. Allieva di Jurman che quest’anno sembra aver perso quel fiuto che gli aveva consentito si scoprire Marco Carta, Alessandra Amoroso e Valerio Scanu, resta in gara per le esigenze del copione scritto sempre più grossolanamente dal fido Luca Zanforlin che, più passano gli anni, più si trasforma in un autore rozzo, pressappochista e autoreferenziale che vive di rendita godendo delle sue inquietanti invenzioni come quella del “vestitino” . Sarà un caso ma da quando Chicco Sfondrini ha abbandonato il programma, nel momento di massimo splendore, la trasmissione ha preso una prabola discendente certificata dai dati auditel e dallo scarso richiamo degli ultimi talentati usciti dal programma fatta salva Emma che, tuttavia, ha beneficiato di una promozione incredibile da parte della Universal.

Su Annalisa Scarrone ho difficoltà ad esprimere un giudizio. Certamente è l’unica che sembra avere dentro il sacro fuoco e le stimmati del talento ma è mortificata dalla produzione e anche dal suo padrino Rudy Zerbi che oltre all’ossessione per Jurman e ai siparetti con Diana sembra aver dato molto poco al programma ma, soprattutto, ad Annalisa. Giustizia artistica vorrebbe che fosse lei a vincere ma è troppo poco televisiva e non riesce a creare una sufficiente empatia con il pubblico nonostante i ripetuti tentativi di Maria di scuoterla mettendola al centro di possibili dinamiche. Niente, la ragazza non è proprio nel suo però e annaspa perdendo le certezze e la bellezza con cui era arrivata nel programma. Una luce che va spegnedosi con buona pace di chi ancora spera che Maria possa utilizzare un jolly per risollevare le sorti di un edizione davvero grigia. Tra l’altro, il duetto con la Amoroso -scelta folle- l’ha affossata ancora di più: canzone sbagliata, compagna sbagliata.  Forse solo con Marco Mengoni sarebbe riuscita a tirare fuori queli colori e quella palpabile delicatezza che rende alcune sue esibizioni delle piccole perle.

Insomma sei, sei e ancora sei. Un sei stiracchiato, annoiato, inutile, banale. Ma dove sono i talenti?