Appuntamento al buio (della mente): quando la tv non accende la luce

25 Mag

Appuntamento al buio, il dating show lanciato da Sky Uno, si smarrisce alla prima. Ma vediamo in breve di cosa si tratta: tre uomini e tre donne dovranno scegliere il proprio partner senza poterlo vedere affidandosi esclusivamente agli altri sensi. Il format, preso in prestito da Dating on the Dark prodotto made in Usa, si propone di far conoscere e magari innamorare due persone senza che queste si siano mai potute vedere affidando le speranze di successo del programma alla chimica che dovrebbe nascere tra i concorrenti. Per circa un’ora, l’intera durata della prima puntata, abbiamo assistito al primo degli incontri tra i ragazzi che, seduti intorno ad un tavolo, hanno parlato per la prima volta.

L’effetto? Surreale e a tratti grottesco. Per quaratacinque minuti circa siamo stati costretti ad osservare sei ragazzi con gli occhi dilatati dall’effetto buio che tra, risatine isteriche e domande tali da far sospettare una precisa volontà degli autori (termine davvero eccessivo in questo caso) di non intervenire in alcun modo, ci hanno allietato con quello che avrebbe dovuto essere un primo incontro in vista dei più impegnativi faccia a faccia.


Il problema è che la prima puntata non è mai decollata, noiosa, lenta e troppo prevedibile. In certi momenti anche presuntuosa: non sono sufficienti l’artificio del buio e la conseguente universale domanda se l’amore è cieco per costruire un intero programma. Infatti, sembrava di assistere ad una puntata di un qualsiasi GF live senza luce. Nessun ritmo, nessun guizzo, nessuna intuizione. Anche la scelta del cast pare non felicissima: nessuno dei sei ragazzi, infatti, ha particolare appeal e buone idee da mettere sul campo. Ma certo, per le idee ci si aspetterebbe qualcosa in più dal team di autori che, speriamo, entri con maggior forza nel corso della seconda parte che andrà in onda stasera.

Il format americano ha tutto un altro ritmo e dimostra come certi prodotti, nelle mani dei nostri autori, si trasformino in format lenti e molto distanti dall’idea originale. Pensiamo, per esempio, al tentativo che fece qualche anno fa la De Filippi con Vero Amore. Solo, in quel caso, la trasmissione andava in onda su canale cinque in prima serata ed era molto ripensata dal gruppo De Filippi. In questo caso, ci si sarebbe aspettati un po’ più di coraggio da parte del team di Sky Italia. Se l’idea di partenza, infatti, è buona e si inserisce nella scia di una tendenza ormai diffusa: quella degli appuntamenti al buio, della scoperta dell’altro attraverso il semplice contatto fisico, la voce e l’udito purtroppo la realizzazione della prima puntata si rivela debole. Insomma, la classica bolla di sapone (ma anche bolla al naso) per un format lanciato in gran cassa che si perde nel buio della mente. Il gioco delle coppie nell’era 2.0 non decolla alla prima. Restiamo in attesa di un segnale di vita.

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